01-06-2017
La nascita del Leoncavallo: Paolo Molena
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Paolo Molena fa parte del comitato che nel 1975 occupa il centro sociale Leoncavallo.

Il Centro sociale Leoncavallo fu occupato da organismi di quartiere riconducibili a tre posizioni: noi, che gestivamo i doposcuola; un gruppo di simpatizzanti di “Avanguardia Operaia”; un gruppo che era molto orientato sulle pratiche dell'antifascismo militante.
Noi del doposcuola eravamo stati sfrattati da due luoghi che ci avevano affittato in zona; anche l'oratorio ci chiuse le porte. Trovare una sede era vitale per proseguire le nostre attività, e maturò l'idea di occupare uno spazio in zona. Sapevamo che un gruppetto simpatizzante di AO stava progettando una iniziativa analoga e ci mettemmo in contatto.
Occupato il Centro Sociale, la convivenza di queste realtà si dimostrò difficile, ma questo non impedì il prodursi di iniziative e attività. All'interno del Leo c'era un dibattito molto ampio, e non è mai stata una struttura monolitica, da subito abbiamo cercato di praticare democrazia.
Dopo l'occupazione fu inviato il Presidente del Consiglio di zona 11 - avvocato Giancarlo Boria - per visitare l'area e verificare l'effettivo stato di abbandono degli edifici. L'avvocato Boria si prestò all'incontro, e resosi conto dell'utilità che quegli stabili occupati potevano avere, si prese l'impegno di presentare la questione al Consiglio di zona - tengo a precisare che i rapporti con il Consiglio di zona furono buoni proprio grazie all’avvocato Boria: il PSI lo estromise da incarichi e responsabilità nel giro di poco tempo.
Il Consiglio di zona fece propria la proposta da noi avanzata: vincolare l'area del Leoncavallo a servizi collettivi. Nel 1975 si discuteva la variante generale al Piano Regolatore, e questo fu il nostro primo impegno politico come leoncavallo.
Nelle diverse Commissioni che si andavano formando all’interno del centro sociale, emergevano gli interessi di ogni occupante: le attività di "Scuola Popolare" e doposcuola ripresero immediatamente; la “Commissione Cultura” organizzò delle rilevanti iniziative a livello cittadino; il "Teatro Quartiere Leoncavallo", molto radicato in zona, ottenne anche dei finanziamenti. Sulle pagine dei giornali locali iniziavano ad apparire articoli su iniziative e attività del centro sociale.
Il Leoncavallo aveva come caratteristica il fatto di essere autonomo dai partiti e da qualsivoglia organizzazione, anche se i militanti di queste vi intervenivano in prima persona. Per i media diventammo "autonomi", in realtà eravamo autonomi dalla logica di spartizione del movimento, e tutti avevano diritto di cittadinanza all’interno del Leo.
Nel comitato di gestione c'era una varietà enorme di posizioni: "filo-istituzionali", cattolici, extra-parlamentari di varia estrazione. Esperienze molto diversificate, ma compatte nel tener fuori le organizzazioni. Ognuno portava le proprie idee come singolarità.
Questo fu il carattere che faceva del centro sociale Leoncavallo un luogo diverso, realmente aperto, e questo fu ancor più evidente durante i funerali di Fausto e Iaio.
La sera prima delle esequie si riunì il comitato di gestione del centro che doveva assumersi la responsabilità del funerale. Era un periodo di estrema tensione - i compagni uccisi, Moro rapito - e noi dovevamo decidere come condurre il corteo: mandammo un comunicato a Radio Popolare che invitava tutte le organizzazioni a manifestare senza simboli di partito. Erano stati uccisi due compagni e i funerali dovevano essere un momento di unione: solo bandiere rosse e striscioni operai. L'indicazione fu rispettata, e quando il solito gruppuscolo (marxista-leninista-maoista, ecc.) tentò di aprire lo striscione fu bloccato dall'opposizione della gente. I funerali di Fausto e Iaio furono una cosa imponente, furono dei veri funerali di movimento.
Tra il '78 e l'80 il Leoncavallo perse tutto il vecchio gruppo di occupazione. Noi della scuola popolare fummo gli ultimi ad andarcene: l'esperienza delle scuole popolari stava terminando e la nostra funzione con essa. Tra l'80 e l'81 il Centro cambia completamente pelle grazie all'arrivo di nuovi gruppi giovanili.