Contributi, Spazi Sociali

01-06-2017

La storia del Leoncavallo: Helter Skelter

di Leoncavallo SPA

Angela Valcavi racconta la prima rivoluzione del Leoncavallo

La storia del Leoncavallo: Helter Skelter

L'Helter Skelter ha rappresentato, all'interno del Leoncavallo, uno dei piu' grossi momenti di rottura con la tradizione dell'aggregazione politica tipica delle esperienze degli anni '70; il centro sociale Leoncavallo, proprio per la sua storia e il suo trascorso politico, aveva modi e linguaggi molto diversi da quelli da cui l'Helter Skelter aveva avuto origine. Occorre perciò fare un piccolo salto nel passato per capire come e da cosa è nato l'Helter Skelter e come si poteva innestare su di un'esperienza tanto differente.

Nei primi anni '80, a Milano, come in altre città italiane, esistevano varie situazioni di aggregazione politica e sociale molto forti e produttive, che avevano elaborato un loro nuovo e proprio linguaggio, ed erano scaturite da ambiti punk, anarchici e più in generale da entità che non si erano lasciate sopraffare dalla "crisi del movimento" degli anni '70, ma avevano parecchie cose da esprimere ed avevano così dato forma a progettualità molto ricche. Nuove occupazioni di spazi, intese come ambiti di espressione di socialità, erano nate in diverse città, veniva messa in atto la pratica del produrre da se' stessi, al di fuori delle regole commerciali e del sistema ufficiale; tutto quanto permetteva di mettere in circolazione idee, percorsi ed azioni - autoproduzione.
A Milano la realtà più rappresentativa era il Virus, che aveva sede all'interno di un'altra occupazione storica, quella di via Correggio 18, che era un punto di aggregazione e di scambi veramente importante nel tessuto antagonista, al quale però, molti nell'ambito della sinistra, guardavano con sospetto. Questo soprattutto a causa di quello che era il linguaggio adottato e perché non veniva accettata la possibilità di una diversità culturale e formale che creava una difficoltà di verifica delle eventuali affinità di percorso politico. Le persone che costituirono l'Helter Skelter avevano vissuto all'interno di questo ambito, di queste esperienze, avevano vissuto sulla pelle l'essere "antagonisti" a Milano.
L'occupazione del teatro Miele (vuoto da anni e subito sgomberato) fu il primo tentativo, da parte di quello che diventò il nucleo dell'Helter Skelter, di costruire una realtà di aggregazione. Quindi fu sgomberato Correggio/Virus (15/5/'84). Vi fu la contestazione al convegno sulle bande giovanili al teatro di Porta Romana e furono organizzate diverse uscite cittadine, per esprimere direttamente ciò che era la nostra pratica politica e per rivendicare una nostra esigenza di spazi e di comunicazione in quanto espressioni antagoniste.
Con lo sgombero di Correggio/Virus però, era stata aperta una grossa piaga all'interno della città. Alcune delle situazioni occupate ancora esistenti a Milano (nate dalle esperienze della metà degli anni '70), diedero il loro appoggio offrendo spazi. Così il centro sociale Garibaldi, il centro sociale Piave e il Leoncavallo divennero dei punti da cui partire con nuove iniziative. È che muove i suo primi passi il rapporto di collaborazione fra il futuro collettivo dell'Helter Skelter e il centro sociale Leoncavallo.

19850531 Leoncavallo Toxic Reasons Indigesti Crash Box
19870630 Leoncavallo Extrema Incinerator B Rude Headcrasher
19880305 Leoncavallo Scream Fire Party Kina
19900601 Leoncavallo Delirium Tremens

Le prime iniziative che organizzammo all'interno del centro sociale Leoncavallo venivano firmate: "Quelli Amen", "Quelli di Fame", "SMD", e "Creature Simili", cioè quelle entità, fanzine e gruppi multimediali che erano entrate in contatto tra loro. In seguito la redazione di “Fame” chiese l'agibilità di una stanza come sede della fanzine. A testimoniare l'apporto culturale all'interno del centro, nell'estate dell'84, si tenne al Leoncavallo la riunione di “Punkaminazione”, che era una fanzine di collegamento nazionale di tutte le realtà antagoniste e rappresentava un momento molto importante nell'ambito della comunicazione e dell'informazione politico/culturale.
Fu un impatto abbastanza difficile il nostro, con l'esperienza del Leoncavallo proprio a causa di questa differenza di ambiti, di scelte e soprattutto di linguaggio. Allora però, il Leoncavallo viveva una situazione di impasse, proprio perché il centro non aveva tenuto conto di come le esigenze, soprattutto giovanili, si erano andate modificando nel corso degli anni, e così l'arrivo di nuove entità portò ovviamente maggior energia oltre che nuove proposte e alle iniziative iniziò a partecipare sempre più gente.

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Nell'inverno dell'84 chiedemmo al comitato d'occupazione di poter utilizzare uno scantinato all'interno di una palazzina del centro, come punto di riferimento per la nostra realtà e per poter dare una continuità alla nostra progettualità. A dicembre 19874 l'Helter Skelter inizia la sua attività con il concerto di “Oi Kult”, un gruppo sperimentale di Ljubljana, al quale seguirono molte altre iniziative. Per la musica e i concerti possiamo citare: “Borghesia” (YU), “Legendary Pink Dots” (H), “Sonic Youth” (USA), “The Ex” (NL), “Art Deco” (H), e molti altri gruppi sia italiani sia stranieri che in comune avevano adottato una pratica non commerciale e al di fuori del business della musica.
Per la cinematografia ricordo i super 8 di R. Kern (USA) , le performance multimediali di Etant Donnee (F) e Staal Plaat (NL) e diverse altre iniziative che rappresentavano il filo lungo cui si articolava la nostra progettualità culturale e pratica politica - la nostra pratica politica che non era fatta di rapporti con il quartiere, questione cara al comitato di occupazione, ma di rapporti con il tessuto metropolitano, con il resto della città. Le nostre uscite avvenivano nel centro della città. Gli "attacchi mentali", delle vere e proprie azioni di strada, avvenivano nel cuore della città borghese, nelle vie dello shopping!

Nell'estate del 1987 si conclude l'esperienza dell'Helter Skelter. Le cause sono diverse, ma le difficoltà che attanagliano il movimento in quegli anni sono le principali.
In ogni caso, nonostante la diversità del nostro progetto rispetto all'esperienza del centro sociale Leoncavallo, sono rimaste le tracce di quello che è accaduto oltre il portone dell'Helter Skelter e quelle tracce sono riscontrabili in quella che è stata l'apertura del centro a diversi linguaggi e realtà che nello spazio del Leoncavallo hanno trovato una possibilità di espressione.