11-07-2019
contMediterranea: incontro + cena benefit
di
Giovedì 18 Luglio incontro informativo per Mediterranea!

Giovedì 18 Luglio incontro informativo a partire dalla ore 18 per Mediterranea Saving Humans.
A seguire dalle ore 20 cena benefit servita dalla Cucina Pop
15€ per sostenere le attività di Mediterranea mangiando un ottimo piatto unico vegetariano oppure di carne accompagnato da un bicchiere di vino bianco!
Menù:
Piatto unico di couscous con verdure o manzo al curry, Hummus e Babaganoush
In questo ultimo mese la Sea Watch 3 prima, poi la Alex di Mediterranea e l’Alan Kurdi di Sea Eye hanno navigato dove nessuno le voleva ed attraverso i salvataggi di persone, che sfuggendo dalla Libia si trovavano in situazioni di estremo pericolo in mare, hanno messo tutti di fronte all'evidenza che il Mediterraneo è il confine più pericoloso al mondo, in cui ogni giorno muoiono decine di migranti alla deriva su mezzi precari, inseguiti dalle bande che compongono la presunta guardia costiera libica, abbandonati dagli stati Europei, quest’ultimi ciechi e cinici nel loro chiudere i porti e negare i soccorsi per monetizzare politicamente paura e odio a discapito degli ultimi.
Poche navi di organizzazioni non governative e piattaforme della società civile si stanno assumendo la responsabilità di presidiare quel confine, e documentando cosa avviene, salvando le vite dei naufraghi, provano a salvare tutti noi: ridandoci dignità e facendoci rimanere umani.
Gasparri ha dichiarato che le ONG sono “il Leoncavallo del mare”. E forse, per una volta, siamo d'accordo con lui, è un'immagine che ci piace e ci rispecchia.
Infatti, per noi, prendere posizione è stato immediato, istintivo. Ci è chiaro dove si deve stare, ed è chiaro quello che ci lega a Pia, a Carola, a Tommi, alle capitane e ai capitani che sfidano l’arroganza di un ministro piccolo piccolo, nella sua violenza politica e mediatica. Non amiamo i personalismi e di certo non siamo alla ricerca di capitani e comandanti, ma nelle loro decisioni troviamo una potenza generativa che attualizza la forza di pratiche e storie di disobbedienza civile che ci appartengono. Le riconosciamo nei salvataggi, negli ordini di attracco, nel portare a terra persone salvate dalle torture libiche e dalla morte in mare: le riconosciamo anche quando, a ben vedere, non c'è stata alcuna disobbedienza, ma le operazioni sono state realizzate in pieno accordo con le leggi, oltre che secondo giustizia, anche quando l'unico atto illegale è anche il più disumano è firmato da Salvini.
C'è una relazione necessaria tra chi nel Mediterraneo salva le vite e tra chi da terra li supporta: è in primo luogo un rapporto di sostegno, di complicità e di mobilitazione quando, come in questo momento, le operazioni sono politicamente condannate, gli equipaggi indagati, le navi sequestrate. In modo ancora più profondo, è anche un rapporto di costruzione di un'alternativa politica al rigurgito sovranista che prova ad alimentarsi attraverso la produzione continua del confine come luogo geografico e come dispositivo sociale, politico e culturale che, in mare come nella metropoli, crea disuguaglianze, esclusioni, espulsioni, razzismo e nazionalismi: naufragi, centri di permanenza per il rimpatrio, sfratti abitativi, tagli al welfare e ai servizi, aggressioni, sfruttamento lavorativo si richiamano e si rafforzano tra loro.
Non si tratta dunque di un semplice sostegno agli equipaggi che si trovano, da soli, a fare quello che l'Europa dovrebbe garantire. È una partita più grande, che ci chiama direttamente in causa, perché il confine attraversa materialmente anche la nostra città e le nostre vite, e richiede di essere consapevoli delle sue forme plurali, e continuare a pensare ed organizzare pratiche e attività che lo rendano visibile e più debole: animando solidarietà, migliorando le vite, assemblando soggetti e pratiche di resistenza. Riconoscendo, in breve, che siamo chiamati a posizionarci e ad essere partigiane e partigiani: dalla parte di chi si trova a muoversi per sottrarsi a situazioni di guerra e di crisi ambientale, rispetto alle quali non possiamo non riconoscere il peso storico del colonialismo e dello sfruttamento capitalistico, dalla parte del diritto di spostarsi e di migrare, dalla parte di chi travalica confini, dalla parte di chi salva le vite, dalla parte di chi è solidale, soccorre, organizza e costruisce antirazzismo, solidarietà, accoglienza.
Leoncavallo spa, equipaggio di terra Mediterranea: Partigian* del mare!