AreaCom, il blog del Leoncavallo

Karl Marx, ritratto

Arte e spettacoli, Comunicati, Spazi Sociali

01-06-2020

SBLOCK! - LA CITTÀ DISERTA

di Leoncavallo SPA

La resistenza del Leoncavallo è la resistenza di un'identità sociale

SBLOCK! - LA CITTÀ DISERTA

LA CITTÀ DISERTA

2015-2020 - Expo in quarantena
La Milano impostata dal Sindaco Sala dal 2015 a ieri (Febbraio2020) ha vissuto, l'impennata "da bere" dei quartieri in gentrificazione (Pasteur-NoLo in primis), l'edilizia selvaggia ed aliena di intere aree (Cascina Merlata-Pero che sembrano sempre di più i grandi conglomerati abitativi cinesi), e si è dimostrata capace di modificare la propria identità di città attraverso la politica del denaro e di abitanti-complici, ignari di un progetto volto alla destrutturazione dell'iniziativa auto-organizzata ed al confinamento sempre più periferico dei soggetti "deboli" e "problematici". Appropriazione intellettuale del pensiero alternativo, sussunzione dei metodi e dell'agire, perfino l'immaginario visivo legato alla contro-cultura oggi è stato completamente sdoganato, preferendo alla libertà il consumismo capitalista ed il controllo sociale.

Poi il Lockdown
Le sovrastrutture generatesi nel frattempo, traballanti e precarie fin dall'inizio, hanno mostrato a pieno le loro contraddizioni: i nuovi barettini chiudono, i locali storici, stroncati dalla crisi economica chiudono, i centri sociali sono chiusi. Riuscire a galleggiare su questo mare oleoso è oggi più che mai una prova di forza e di giustizia per chi ha sempre proposto forme di auto-governance e di distribuzione del reddito. Siamo ancora qui. Non ci siamo mai fermati e non ricominceremo un "passo alla volta" come vorrebbe farci credere il neonato post-liberismo. L'intreccio tessuto da Sala tra città-vetrina, "nuovi milanesi" ed edilizia espansiva hanno dato forma ad un grande velo di inconsapevolezza che sta mietendo a zero ogni "erbaccia" sopravvissuta al cemento ed alla repressione del decoro. Gli ultimi cinque anni sono stati emblematici di come le criticità di Milano, ed il loro esprimersi come alternativa, si sono modificate, capillarizzando in maniera evidente quella debole rete che a sprazzi dà idea di essere sopravvissuta. Il Movimento e gli Spazi vivono un isolamento geografico nella città, e identitario se riferito alla partecipazione attiva ed al coinvolgimento di chi ne fruisce i servizi. Milano è città più sicura, più decorosa ed oggi, nei giorni della pandemia, "finalmente" più ubbidiente e fedele al mantra della politica (cittadina, nazionale e globale): "Restate a casa! Ma consumate". L'organizzazione del dissenso è stata domata dalla distanza sanitaria (sociale non potrà mai esserlo): l'unione, i cordoni, la partecipazione di massa, il sentirci uniti perché vicini, non saranno più elementi con cui mettere in discussione le regole imposte dall'alto. Disertiamo!

FUORI!
Non ci siamo fermati. Non abbiamo accettato compromessi da parte di nessuno per garantirci la possibilità di uscire casa, non abbiamo incalzato la socializzazione virtuale perché non ci siamo sentiti privi di voce per gridare. Abbiamo disertato ogni aspetto falsante quello che è il vero concetto di Responsabilità civile e politica: auto-coscienza ed auto-determinazione contro immobilità di gregge e cattività domiciliare. La Resistenza del Leoncavallo è la resistenza di Questo Spazio e di Questa Realtà. Il Leoncavallo è nato e continua ad essere uno spazio fisico occupato, un luogo di alternativa: un'isola illegale, galleggiante su un mare che vogliono prosciugare e coprire di grigio. Non siamo sopravvissuti alla pandemia, ci siamo sempre stati: restaurando gli spazi, rivalorizzando le strutture esistenti, pensando e costruendo nuovi strumenti e nuove forme dell'Attivismo calato in nuovi panorami politici e sociali. E' vero che è cambiato molto ma non è cambiato tutto: la Lotta per l'auto-determinazione, l'antifascismo, la memoria storica e la tutela dello spazio libero sono da sempre le fondamenta del Leoncavallo ed oggi, ancora una volta, sono state le basi per ripensare l'Alternativa e il Bene Comune.

SBLOCK!
La gabbia urbana eretta a Milano a tutela del decoro e della sicurezza "benpensante" si manifesta da anni nella recintatura dei parchi, nei muri liberi da guardare ma non toccare, nei graffiti pubblicitari, nella libertà a pagamento (qualsiasi essa sia e qualsiasi forma abbia): una serie di regole e decreti anti-underground, che pur di annientare l'indipendenza (in ogni ambito) ne scopiazzano i modi e ne sussumono gli intenti generatori in nome di una succube partecipazione vuota di significati. L'underground è il nostro mondo: un brulicare di pratiche ed attitudini spontanee, svincolate, capaci di imporre e concretizzare le proprie voci e di destabilizzare l'opinione generale e la concezione di Agire collettivo. L'alternativa sociale e culturale ha fatto così paura da venire combattuta con le sue stesse armi e da alcune delle stesse persone che l'hanno caratterizzata: annichilite dalla dipendenza dal sistema e dalle logiche neo-liberiste si sono s-vendute le idee e si sono soffocati, direttamente ed indirettamente, la cultura ed il suo proliferare libero e spontaneo.

I muri del Leoncavallo sono una grande bacheca di intenti politici: libertà espressiva, tutela e rappresentazione della pratica underground, proposta culturale pubblica svincolata da regole e indirizzi preferenziali (geografia urbana). Sono la rivendicazione del nostro stare davanti agli occhi di tutt*, perché il Leo, da fuori, è sempre stato dipinto.
SBLOCK! è un assembramento di cultura, politica e rivendicazione. "Partecipare" oggi ha assunto un significato insipido e contradditorio; nessun* è necessari* nella Città Della Partecipazione. Tutt* pensano e fanno la stessa cosa ma sono sostituibili: ogni quartiere è sostituibile se bersaglio delle mire espansionistiche del signoraggio edilizio e della politica del decoro. Il nostro disertare è per l'autoderminazione e la libertà di agire: SBLOCK! è la nostra proposta contro la critica della cultura commerciale e la sua deriva imprenditoriale ad ogni livello (compresa ogni piccola iniziativa che oggi è costretta a contare i soldi non potendo più contare le persone), contro una città non più concepita ad immagine e somiglianza di chi già la abita, contro la gentrificazione mentale di soggetti senza identità e anima, e contro il gusto imposto dall'alto e protetto dalla polizia.
SBLOCK! è affermare l'importanza della storia come imprescindibile segno del tempo e memoria scritta (sui muri) di realtà dure a morire che oggi più che mai devono lottare per riaffermare il proprio diritto di esistere.

Negli ultimi mesi il Leoncavallo ha resistito perché siamo consci dell'importanza di questo Spazio come tale in questa città, , senza "adattamenti" e perché rappresenta una risposta concreta (dal 1975) alle logiche di controllo e di mercato. Abbiamo disertato una città omertosa chiamando a raccolta gli artefici del dissenso. La flebile libertà di uscire e la costante paura psicologica di un contagio non sono, per Noi, elementi tali da soppiantare la naturale essenza dell'uomo di stare insieme e di esprimere la propria socialità e presenza nella vita. La nostra responsabilità è una responsabilità comune per tutt* coloro che non accettano questo nuovo ordine sociale e che, consc* della situazione, non si fanno schiavizzare e non accettano l'isolamento (la solitudine) come compromesso necessario al meno peggio comune. Abbiamo ricostruito un modo d'agire ed un status collettivo che si chiama Leoncavallo, che cuce strettamente a se stesso le sue parti rimaste indietro, che vive dell'attivismo di chi lo compone e di chi fruisce di una libertà che non è ancora consentita.

La distanza non ci ha unito sotto la stessa bandiera: ci ha mostrato le grandi contraddizioni della contemporaneità globale delineando un'Alternativa che non può restare divisa perché palese e risolutiva del male che quell'1% riesce e vuole ancora fare al resto della collettività.

Oggi rivendichiamo con forza la nostra presenza nella città attraverso quei muri dipinti diventati specchio di un'immagine falsata di città ma che qui, fuori dal Leoncavallo, espandono i nostri pensieri, le nostre idee ed il nostro agire. La resistenza del Leoncavallo è la resistenza di un'identità sociale, di una forma di vivere nata sulle macerie (fisiche ed intellettuali) di questa città e che dalle nuove macerie sociali continuerà a ricostruirsi ed auto-determinarsi.