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03-04-2021

L'OBIEZIONE DI COSCIENZA HA IL SINGHIOZZO...

di Leoncavallo SPA

Se si vuole “giocare” bisogna accettare le regole del gioco?

L'OBIEZIONE DI COSCIENZA HA IL SINGHIOZZO...

L'OBIEZIONE DI COSCIENZA HA IL SINGHIOZZO...

Il diritto alla casa, al lavoro, alla sanità e alla scuola sono impegni imprescindibili per una convivenza civile degna di questo nome. Sono i fondamentali della nostra costituzione: garanzie di pari dignità e di un minimo di benessere, a difesa dei meno abbienti che questi "privilegi" non se li possono comprare. Dando per vero che questo Stato “democratico” si basa sulla libertà di pensiero e lavora per non lasciare indietro gli ultimi e tutelare anche le minoranze di ogni genere, per convivere civilmente ci chiede/pretende il rispetto delle leggi.

Se si vuole “giocare” bisogna accettare le regole del gioco?

In termini generali sì, anche se limitano le libertà personali. Per esempio: se guidi dovrai accettare il codice della strada e per salvare la tua vita e quella altrui non potrai andare a 200 allora nemmeno se possiedi una Ferrari!

In termini particolari no, come nel caso della legge sulla leva obbligatoria. Se non ci fossero stati gli obiettori di coscienza totali sarebbe ancora obbligatorio imbracciare il fucile, magari anche per le donne, o compiere quel servizio civile inizialmente, e paradossalmente, gestito dall’apparato militare stesso.

In campo medico possono essere tante le “clausole di coscienza” a cui il personale (farmacisti, infermieri, medici ecc.) può appellarsi in varie situazioni: aborto, pillola contraccettiva e del giorno dopo, fecondazione assistita; anche le ultime “conquiste” come la battaglia per l’eutanasia e il suicidio assistito, troveranno medici che si appelleranno a questi diritti. Nel riconoscimento delle diversità, sempre in termini generali, ci sta anche questo ma, ancora una volta, scendendo nel particolare no. Lo si intuisce nel metodo dei “due pesi e due misure” che lo Stato mette in campo per garantire la libertà di scelta: mentre è super tutelato il diritto di scegliere dei medici lo è pochissimo quello delle donne. E lo sappiamo bene.

È nella nostra natura auspicare un mondo diverso e migliore, con temi globali non tanto sui beni materiali, ma sulle persone. Il “giochino democratico” che ci continua a governare, che a parole alza l’asticella dei valori e nei fatti diminuisce le spese sanitarie aumentando quelle belliche, mortifica la scala di priorità e dovrebbe innescare la spiacevole sensazione di stare dalla parte sbagliata.