09-10-2021
FESTA DEL RACCOLTO 2021!
di
VERSO NOVEMBRE!

Lottiamo da più di trent'anni per l'antiproibizionismo in ogni suo aspetto e per la legalizzazione della cannabis.
Dopo dodici anni di silenzio e di repressione da parte delle istituzioni riguardo a tutto ciò che riguarda la cannabis, in forte contrasto con Nazioni estere invece dimostratesi anche sorprendentemente più concrete, sarà riconvocato il Congresso Nazionale sugli stupefacenti a Novembre.
Forte di un rinnovato interesse dimostratosi nel sondaggio online (ancora aperto) sulla legalizzazione della cannabis e con la proposta riguardo la coltivazione domestica di quattro piante per uso personale, il dibattito sulla legalizzazione della cannabis sembra arrivare finalmente al dunque (un referendum nel 2022?).
L'uso dei social e della sottoscrizione online hanno giocato un ruolo fondamentale nell'imporsi all'opinione pubblica e per riscontrare una partecipazione altrimenti difficilmente raggiungibile. L'eco che ha avuto nelle nuove generazioni si è dimostrato nella percentuale più alta di votanti totali, quelli compresi tra i 18 e i 25 anni.
L'interesse che da sempre le nuove generazioni dimostrano rispetto agli stupefacenti si potrebbe concretizzare in una rinnovata presa di coscienza e manifestazione dei propri diritti (soprattutto se "utopici"): la legalizzazione è la risposta sociale al degrado ed alla criminalità che genera lo spaccio e che, a catena, costringe comunità intere al ricatto ed alla sottomissione. Il falso mito del narcotraffico che oggi intasa la musica e devia l'immaginario giovanile non troverebbe così tanto appeal in una società padrona dei propri diritti e conscia del percorso fatto per ottenerli: la battaglia antiproibizionista si concretizza nella propria ricerca di auto-determinazione e non nella versione romanzata di uno spregiudicato affarista al soldo del capitalismo oscuro.
C'è da evidenziare però che le sostanze ed il loro consumo sono come sempre fonte di ricerca da parte dei/delle giovani che oggi esprimono questo loro interesse anche in maniera sfacciata e contraddittoria ma sincera sulla realtà dei problemi annessi allo spaccio ed alle politiche proibizioniste del Paese.
La rimessa in discussione delle tematiche riguardo gli stupefacenti oggi deve tenere conto delle complessità sociali che si sono generate e acuìte in dodici anni: a Milano le conseguenze legate allo spaccio sono evidenti nello scacco in cui intere comunità sono tenute e nel come il fenomeno sia capace di destabilizzare interi quartieri, mettendone a repentaglio la sicurezza di tuttx gli/le abitanti sia direttamente sia di riflesso nei casi di intervento delle forze dell'ordine. Azioni di sgombero di "roccaforti" dello spaccio mettono a repentaglio la sicurezza e la libertà di individui e famiglie coinvolte loro malgrado in situazioni di forte tensione e vittime di conseguenza della repressione di stato contro migranti ed emarginatx.
Intorno al "mercato della droga" continua ad alimentarsi un sistema che si dimostra paradossalmente complice della politica sfruttatrice sulla città: creare condizioni tali da dover "bonificare" interi quartieri deliberatamente condotti al collasso sociale è una prassi che a Milano si ripete e che coniuga due estremi "opposti" nella spartizione della città e nel controllo di chi la abita.
Coscienti del nostro percorso, intrapreso decenni fa, ribadiamo anche rispetto alla legalizzazione della cannabis la nostra posizione anticapitalista e contro le narcomafie. Affaristi spregiudicati già prospettano una produzione di canapa intensiva, a monocoltura, atta a soddisfare consumatori capitalizzati da brand e marche.
La Lombardia, per fare un esempio calzante, l'anno scorso si è "schierata" per diventare la più grande produttrice di canapa in Italia, prevalentemente indoor e chiaramente a scapito del territorio e delle sue specificità.
L'attenzione mediatica che la marijuana ha in questi anni, da parte della musica e dell'intrattenimento, fa presupporre la nascita di un mercato della cannabis, anche in Italia, "fiorentissimo" in cui il neoliberismo ed il potere delle multinazionali avranno facilità ad imporsi e dettare linee di consumo e omologazione.
Esempi esteri ci dimostrano che la legalizzazione della cannabis è sì un reale contrasto al narcotraffico (con percentuali di maggioranza tra mercato legale ed illegale) ma che le mafie continuano a proliferare a partire dal soddisfare una richiesta superiore all'offerta. La contraddizione in cui sono caduti "simboli" della cannabis come Amsterdam e, anche se più giovane, Barcellona, ma lo stesso Canada all'alba del giorno dopo la legalizzazione del consumo, è quella di non coltivare abbastanza prodotto per quanto realmente i consumatori ne richiedono, sia a scopo ricreativo sia e soprattutto a scopo terapeutico.
La legalizzazione alla coltivazione ed al consumo personale delle proprie piante è da sempre la soluzione che vediamo più efficace nel contrasto reale al commercio (sia illegale sia legale ma "privatizzato") e nella proliferazione di auto-coscienza e responsabilità.
Sono giorni di Festa e ci auguriamo di poter coltivare, costruire, vestire, mangiare, curare e fumare al più presto e in totale libertà le nostre piantine.
LEONCAVALLO spazio pubblico autogestito